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Commerciale/non commerciale
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Commerciale/non commerciale
Nell'ambiente navimodellistico si fa - spesso e volentieri - un gran cianciare di "schifezze commerciali" e di "pregevoli cose non commerciali":
mi duole doverlo dire pubblicamente, ma di "schifezza" c'è solo la non conoscenza della lingua italiana..
[dal lat. tardo commercialis, attrav. il fr. commercial]. ... attuale indica la figura del commerciante; dirittocommerciale, disciplina giuridica, in origine ... occupa delle attività di acquisto o, soprattutto, di vendita; valore c. di un oggetto
Tutto ciò che non si fa con il proprio intelletto e con le proprie mani, bensì si compra..è commerciale.
Che si tratti del più spregevole piano navale della più scalcinata azienda che vende piani navali, o della miglior monografia della più blasonata casa editrice..è TUTTO commerciale.
Quello che cambia è la qualità dell'offerta: più l'offerta è pregevole, più alto è il costo economico.
Peraltro nessuna offerta è priva di errori..soprattutto considerato che l'offerta riguarda oggetti (i velieri) che da secoli non esistono più (tranne rarissime eccezioni). Ergo l'errore può essere percepito unicamente da chi possiede cultura e competenze specifiche. L'aspetto comico della cosa, è che anche gli errori più evidenti sfuggono al lettore, tanta è la sua assenza di senso critico davanti ad un nome blasonato..o, al contrario, dell'accanimento maniacale nella ricerca del possibile errore in uno scritto privo di pubblicità..
La sola cosa che cambia è l'effetto ipnotico di un titolo o di un nome sulla fantasia dell'acquirente.
In pratica è lo stesso effetto della MODA..ovvero del nulla spacciato per necessariamente universale.
Alla luce di quanto sopra (ovvero del dizionario), se fa tanto schifo servirsi di qualunque cosa commerciale, è imperativo far tutto da sè, a cominciare dalle materie prime presenti in natura. Ogni eccezione ha un nome ben preciso: ipocrisia.
Ergo, poichè non credo affatto che (quasi) tutti i navimodellisti siano ipocriti e/o bugiardi..mi permetto un consiglio: prima di parlare..sarebbe opportuno connettere il cervello.
mi duole doverlo dire pubblicamente, ma di "schifezza" c'è solo la non conoscenza della lingua italiana..
[dal lat. tardo commercialis, attrav. il fr. commercial]. ... attuale indica la figura del commerciante; dirittocommerciale, disciplina giuridica, in origine ... occupa delle attività di acquisto o, soprattutto, di vendita; valore c. di un oggetto
Tutto ciò che non si fa con il proprio intelletto e con le proprie mani, bensì si compra..è commerciale.
Che si tratti del più spregevole piano navale della più scalcinata azienda che vende piani navali, o della miglior monografia della più blasonata casa editrice..è TUTTO commerciale.
Quello che cambia è la qualità dell'offerta: più l'offerta è pregevole, più alto è il costo economico.
Peraltro nessuna offerta è priva di errori..soprattutto considerato che l'offerta riguarda oggetti (i velieri) che da secoli non esistono più (tranne rarissime eccezioni). Ergo l'errore può essere percepito unicamente da chi possiede cultura e competenze specifiche. L'aspetto comico della cosa, è che anche gli errori più evidenti sfuggono al lettore, tanta è la sua assenza di senso critico davanti ad un nome blasonato..o, al contrario, dell'accanimento maniacale nella ricerca del possibile errore in uno scritto privo di pubblicità..
La sola cosa che cambia è l'effetto ipnotico di un titolo o di un nome sulla fantasia dell'acquirente.
In pratica è lo stesso effetto della MODA..ovvero del nulla spacciato per necessariamente universale.
Alla luce di quanto sopra (ovvero del dizionario), se fa tanto schifo servirsi di qualunque cosa commerciale, è imperativo far tutto da sè, a cominciare dalle materie prime presenti in natura. Ogni eccezione ha un nome ben preciso: ipocrisia.
Ergo, poichè non credo affatto che (quasi) tutti i navimodellisti siano ipocriti e/o bugiardi..mi permetto un consiglio: prima di parlare..sarebbe opportuno connettere il cervello.
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